«La violenza contro le donne è sempre espressione di un sistema di valori, di un modello di relazioni, di un’idea della sessualità basati sulla disuguaglianza tra uomini e donne, a tutti i livelli della vita sociale.» Convenzione Europea di Istanbul
In tutti i Pronto Soccorso dell’ASST Brianza (Carate Brianza, Desio, Vimercate) è attivo tutti i giorni 24h un percorso dedicato alla donna vittima di violenza domestica secondo le “Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza” (2017), che prevede:
• Accesso all’iter diagnostico-terapeutico con codice di priorità, a prescindere dalle condizioni cliniche della paziente.
• L’accoglienza della donna in un contesto tutelante.
• Un’adeguata valutazione del rischio attraverso lo strumento del DA-5.
• La possibilità per la donna di effettuare un colloquio con una psicologa, adeguatamente formata sul tema della violenza di genere/domestica contestualmente o successivamente all’accesso in Pronto Soccorso, su libera scelta della donna.
• Un raccordo con la rete territoriale antiviolenza Artemide e/o altri servizi socio-sanitari per una presa in carico successiva, nel rispetto dell’auto-determinazione della donna e/o l’individuazione di adeguate misure di tutela e protezione della vittima e dei suoi figli minori.
Chiunque può essere vittima di violenza di genere, che è sempre inaccettabile.
Chi la subisce non ha mai colpa.
A CHI CHIEDERE AIUTO:
• alle Forze dell’Ordine (chiamando il 112),
• al Pronto Soccorso o al Medico di medicina generale,
• al numero gratuito 1522,
• ad un Centro Antiviolenza del territorio,
• ai Servizi Sociali territoriali o ai Consultori.
DOVE CERCARE INFORMAZIONI:
• sul sito di Regione Lombardia https://www.nonseidasola.regione.lombardia.it/
• nella pagina Instagram di Rete Artemide https://www.instagram.com/rete.artemide?igsh=a2QwazhxdDdsNjVj
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La violenza di genere-domestica rappresenta in tutto il mondo uno dei più gravi problemi di salute pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani (OMS 2002).
Le conseguenze assumono diversi livelli di gravità e possono perdurare nel tempo, con danni fisici e psichici sulle vittime. La ricaduta sociale della violenza rende necessaria un’azione preventiva che coinvolga tutta la collettività e una risposta socio-sanitaria completa.
La violenza non deve essere confusa con la conflittualità. Il conflitto si verifica nell’ambito di una relazione paritaria: entrambe le parti mettono in campo forze simili, con esiti alterni a danno dell’uno o dell’altro; non c’è però sottomissione e volontà di annientamento dell’altra parte. La violenza invece è sempre espressione di una disparità di potere con la volontà di ledere l’altro. Chi soccombe riceve un danno all’incolumità fisica, psicologica, sessuale ed economica.
La violenza si manifesta in modo esplicito, con forme più facilmente riconoscibili, ma anche con comportamenti e atteggiamenti impliciti e subdoli, per controllare e isolare l’altra persona. Le diverse forme di violenza possono coesistere e spesso la violenza fisica è l’ultima a manifestarsi, dopo lunghi periodi di altre forme di maltrattamento. Il potere e il controllo coercitivo costituiscono i perni e le finalità delle diverse forme che caratterizzano la violenza di genere.
Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). (Indagine ISTAT 2014 – in corso aggiornamento per il 2025).
Per violenza fisica si intendono tutte le aggressioni finalizzate a fare male con l’uso della forza: scuotere, spintonare, tirare i capelli, schiaffeggiare, sputare, dare pugni o calci, morsicare, provocare bruciature, colpire con oggetti, soffocare, strangolare, ferire con l’uso delle armi, bloccare, contenere e impedire fisicamente.
Riguarda anche ogni contatto fisico agito per spaventare la donna e creare uno stato di soggezione, compresa la distruzione e il lancio di oggetti.
L’abuso psicologico consiste in parole, azioni e minacce che incutono paura e riducono la libertà della donna, sottoponendola al controllo dell’altro.
Viene agito dal maltrattante con critiche, intimidazioni, umiliazioni, svalorizzazioni, commenti sarcastici, comportamenti di controllo, minacce di autolesionismo o di danni ad altri, minacce di sottrarre i figli; espressioni esasperate di gelosia e possessività; pressioni psicologiche; controllo delle attività quotidiane; comportamenti che tendono a isolare la donna dal contesto sociale-relazionale e familiare di supporto. La violenza psicologica è spesso sottile, incide sul senso di padronanza personale e sulla propria autostima, minando l’integrità psichica della donna che spesso non si rende conto del proprio cambiamento personale e del proprio stile di vita.
Nel caso di violenza economica il partner può mettere in atto atteggiamenti e comportamenti per impedire che la donna possa essere o diventare economicamente indipendente, con l’intenzione di esercitare su di lei un controllo indiretto. Per esempio, obbligare la donna a lasciare il lavoro o impedirle di cercare un impiego; controllare il suo stipendio o le entrate familiari; costringerla a firmare documenti o a intraprendere iniziative economiche contro la sua volontà, anche mediante inganni; non pagare gli assegni di mantenimento se già separati; sperperare le risorse economiche familiari o impedire alla donna di accedervi; sfruttare il lavoro della donna nell’ambito di imprese a conduzione familiare senza regolarità contrattuale e di stipendio.
Qualsiasi atto sessuale imposto, che avviene contro la volontà della donna costituisce violenza sessuale. Include anche le molestie sessuali, ovvero comportamenti a sfondo sessuale vissuti come degradanti e sgraditi. La diffusione di contenuti multimediali sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta si configura come revenge porn.
Lo stalking si verifica soprattutto quando la donna decide di interrompere una relazione affettiva e il partner non accetta tale decisione, dando avvio a comportamenti intrusivi e molesti di vario tipo. Consiste in atti persecutori, reiterati e continuativi nel tempo, che portano ad un cambiamento di abitudini di vita, luoghi e persone frequentate dalla vittima, generando un costante stato di ansia e paura per la propria incolumità.
La violenza del partner durante la gravidanza è un problema diffuso e spesso sottovalutato. Si stima che il 3-9% delle donne sperimentino qualche forma di violenza e maltrattamento durante la gravidanza (più spesso se sono giovani, non sposate, povere e se la gravidanza è indesiderata dal partner), con gravi conseguenze anche sul nascituro (nascite pretermine, basso peso alla nascita, bambini piccoli per l’età gestazionale, morti perinatali).
Le mutilazioni genitali femminili (MGF), definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “tutte le pratiche di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre alterazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”, sono tuttora attuate in alcune comunità straniere. Sono combattute a livello globale e in Italia sono espressamente vietate e punite dalla legge. L’ articolo 583-bis del Codice penale punisce chi causa ed effettua clitoridectomia, escissione, infibulazione e qualsiasi pratica analoga.
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SERVIZIO C.U.A.V. (Centro Uomini Autori di Violenza)
Se sei un uomo che ha difficoltà a controllare la rabbia…
Se sei un uomo che sceglie di colpire una persona, di spintonarla, di offenderla, di gettarle addosso degli oggetti, di urlarle contro, di guardarla minacciosamente…
Sappi che puoi scegliere diversamente: ci sono delle ALTERNATIVE.
Puoi rivolgerti al servizio CUAV Brianza, il Centro di Ascolto Uomini Autori di Violenza, volto a contrastare la violenza di genere e a supportare gli uomini che ne sono autori, fornendo loro strumenti per comprendere e modificare i propri comportamenti. Il progetto opera in collaborazione con enti locali, centri antiviolenza e istituzioni, seguendo un approccio integrato basato su metodologie scientifiche. Si inserisce nel piano di intervento territoriale della ATS Brianza (DGR 778/2023).
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